07/12/10

Wikileaks e limiti

Wikileaks non ha più niente di opera collettiva. Esiste una edizione e selezione del materiale, principalmente adesso , quando, furbamente, Assange decide di associarssi ai gruppi di informazione. Pochi si rendono conto di una cosa strana che è successa in questo processo: l'uomo di Wikileaks a preso il posto dello stato americano. La prerogativa che prima era del governo di quello paese -divulgare o non una determinata informazione- è stata trasferita a lui. É il caso di domandarssi : con quale legittimità ? Il governo americano è sottomesso al controllo democratico, deve giustificare i suoi atti. Possiamo non avere fiducia in questi ma possiamo avere fiducia in Assange nel combattere loro? Io preferisco i limiti che sottomettono il potere formale a quelli del comandante di Wikileaks, anche perché non so quale sono.
Non mi conforta nemmeno mi allegra vedere una democrazia esposta a questo tipo di rapina, mentre le tirannie vanno molto benne con i suoi sistemi informatici molto sicuri.
Quel che Assange fa non è giornalismo. Giornalisti non fanno minacce tipo "guarda che ho delle informazione su una grossa banca; attenti perché ho delle informazione devastanti" . Sembra il dittatore Kim Jong-II, che vive terrorizzando i suoi vicini con la sua bomba .
La difesa di Assange, questo supposto paladino della società della rete, sta assumendo una delle face del primitivo e rancoroso "anti- americano", e niente è più vecchio di questo . (Citando R. Azevedo)


Silvio D'Amico