Nei dibattiti politici e intellettuali in televisione, quello che salta all'occhio  non é il vuoto di idee, non é la stupidita dei ragionamenti, non é nemmeno la miseria del linguaggio, é l'incapacità generale nel distinguere  l'essenziale dall'accessorio, il decisivo dall'irrilevante. Non c'è problema, non c'è tema, non c'è argomento che una volta portato al dibattito, non sia deliberatamente preso dai bordi, come se non avesse un centro, un significato, un senso intorno al quale articolare una discussione coerente.
Ognuno, quando apre  bocca, vuole esternare solamente qualche sentimento soggettivo dislocato ed estemporaneo, esibirsi come buona persona, conquistare simpatie o voti, come se si trattasse  di un cerchio di presentazioni personali in un gruppo di psicoterapia e non di una discussione sensata su qualcosa.
La cosa, l'oggetto, il fatto, il tema, questo poveretto, rimane dimenticato in un angolo, come se non esistesse, e dopo qualche tempo cessa veramente di esistere. L'impressione che rimane é che tutti soffrano  una sindrome di deficit di attenzione. Nessuno riesce a fissare un oggetto in mente per più di dieci secondi. L'immaginazione di questi comincia subito a volare, cucendo, ubriaca, una quantità spaventosa di cose frivole intorno al nulla . 
Silvio D'amico