26/06/13

Primavere Tropicali


Le ultime generazioni sono formate da spiriti denutriti, poveri, vuoti. Uomini-machine che agiscono, risolvono, che fanno succedere, ma che, a causa di uno spirito spento, non capiscono le ragione, il senso finale delle cose. 

Di colpo, si sono risvegliati per qualcosa che non capiscono. E come capire, se mai hanno fatto una riflessione su questo? La questione politica e sociale non è roba per principianti. Questi si accorgono che è necessario muoversi, che bisogna fare. Pensare?.. a quale scopo? E si trovano per le vie della cita tutte le generazioni create sotto lo stesso paradigma: quello dell'agire. Continuano a muoversi. E così si crea la pazzia del movimento constante: non ha fine. Sono solamente corpi vuoti nell’anima che camminano senza direzione. Sanno solamente che bisogna camminare. Questi gridano contro tutto. Se non capiscono cosa esattamente è sbagliato, allora tutto dev’essere sbagliato. 

Per questo si trovano insieme interessi così diversi, quando non contraddittori. Ogni uno manifesta contrarietà a qualcosa che trova sbagliato, a qualcosa che gli reca più danno. Ma tutto è diffuso, senza una fine, senza una direzione.  

Quando ho sentito i discorsi di quelli che fanno parti delle manifestazioni in Brasile ho capito che erano, machiavellicamente, stati privati dall'accesso alla grammatica basica. La grammatica è il garante del funzionamento del linguaggio. Non solamente l’educazione scolastica, ma ogni tipo di conversazione produttiva è impossibile senza un allenamento linguistico. Rimane solamente gli “slogan,” frasi rudimentali che mirano causare impulsi senza riflessione. In altre parole, queste persone sono prigioniere in un mondo di soggettività spicciola e non sono capaci di differenziare sentimenti interiori da quello che si passa fuori sé stessi. Sono diventati l’ideale di massa. Persone che obbediscono meccanicamente alle leggi di Psicologia Sociale, ma convinti che seguono il proprio volere. 

In Brasile, da 10 anni, sussiste un attacco sistematico all'ordine democratico e alle istituzioni. Siamo passati a considerare che tutto vale se l’obiettivo è buono. Questo è il sentiero per la barbarie, non per la civiltà. 

Sono contrario, non al popolo nelle vie a manifestare, ma al metodo. Dico “non” alla nozione equivoca di che minoranze o maggioranze possono imporre suo volere. Dico “non” alla convinzione che lo spazio pubblico deva essere usato per imporre qualcosa invece di servire per esercitare le divergenze. 


Silvio D’Amico