Dovrebbe essere evidente a tutti che i termini usati nei discorsi politici e culturali raramente sono relazionati a cose, oggetti del mondo, ma sono un'amalgama di congetture, aspettative e preferenze umane, e pertanto, nessuno di questi termini ha qualche significato oltre le contraddizioni e difficoltà necessarie per esprimere qualcosa del mondo reale. Chiunque può sapere cos'é un gatto semplicemente guardando un gatto, ma "democrazia", "libertà", "diritti umani", "reazionario", "estremismo", etc. sono termini, entità, che esistono solamente in un confronto dialettico di idee, valori e attitudini. Chi usa queste parole facendo intendere che riflettono concetti immediati, realistici, riconoscibili a prima vista, usa la demagogia. É un ciarlatano. Chi così scrive o parla non vuole svegliare in te la coscienza di come sono le cose ma vuole solamente una reazione emozionale favorevole a lui, al suo partito, ai suoi interessi. É un trafficante di stupefacenti travestito da intellettuale o professore .
Silvio D'Amico